Nell'ambito delle malattie psichiatriche, ed in particolare in quelle che vengono definite nevrosi (depressivo- ansiose, fobiche, ossessive, con crisi di panico, con somatizzazioni, ecc.), si contrappongono due grandi Scuole: la prima è quella ad indirizzo biologico che, dopo il fallimento delle ricerche ottocentesche, volte a trovare la lesione anatomica cerebrale causante i disturbi funzionali e comportamentali, tenta oggi di definirne l'alterazione biochimica neurotrasmettitoriale che spiegherebbe la sintomatologia del paziente. Tale indirizzo afferma che la malattia psichica è una malattia del cervello ed, in tal senso, va indagata e curata. 

Di conseguenza, negli ultimi decenni, si è sviluppata una ricerca affannosa del farmaco che, fornendo il metabolita mancante o ripristinando il processo neurotrasmettitoriale bloccato, potesse riportare il soggetto allo stato di normalità biochimica e, quindi, anche clinica.Sono stati così sperimentati numerosissimi farmaci i quali appartengono a pochi gruppi farmacologici ben definiti e con indicazioni cliniche abbastanza chiare. Tali psicofarmaci, pur permettendo spesso dei buoni risultati terapeutici, presentano due grossi inconvenienti.

Iniziamo dapprima ad esporre i fondamenti filosofici del metodo di ricerca che viene tutt’ora utilizzato dalla Medicina Accademica, cioè il pensiero analitico cartesiano.

Cartesio creò il metodo del pensiero analitico, che consiste nel dividere in parti i fenomeni complessi per comprendere il tutto a partire dalle proprietà delle sue parti. Per Cartesio l'Universo materiale, compresi i sistemi viventi, era una macchina che poteva essere compresa completamente analizzandola nei suoi componenti più piccoli. Il meccanicismo cartesiano fu espresso nel dogma, , secondo cui le leggi della biologia possono essere ridotte, in definitiva, a quelle della fisica e della chimica nonostante gli insuccessi di applicare la meccanica newtoniana in biologia come nella digestione e nel metabolismo. La fisiologia meccanicistica trovò la sua espressione più compiuta nel trattato l'Uomo macchina di Julien de la Mettrie.

La prima forte opposizione avvenne col movimento romantico del 1700 e 1800. Goethe, ad esempio, concepiva la forma come uno schema di relazioni all'interno di un tutto organizzato(concezione alla base del pensiero sistemico contemporaneo).

In elettronica la Cibernetica viene usata per descrivere i processi di controllo; la Biocibernetica descrive le leggi del controllo nei sistemi viventi, che avvengono in modo straordinariamente simile ai sistemi tecnici. In entrambi i casi gli effetti sono controllati dalle stesse leggi, sotto forma di circuiti di controllo.

Negli esseri viventi questi circuiti di controllo possono essere di natura biochimica, fisica o psichica e sono stati influenzati per migliaia d'anni, in vari modi, da un grande numero di terapie di regolazione, che includono: l'Agopuntura cinese, l'EAV, l'Omeopatia, la Neuralterapia, la Balneoterapia, la terapia con i colori, i profumi, i suoni, la psicologia e, naturalmente, la MORA terapia. La parola biocibernetica si riferisce ad un grande numero di meccanismi di controllo in un sistema. La biocibernetica puo' essere usata come termine generale per descrivere la complessità e l'insieme dei meccanismi efficaci usati in MORA terapia.

  1. Bateson G.: “Verso un’ecologia della mente”, Adelphi, 1976
  2. Capra F.: “La rete della vita”, Rizzoli, 1997
  3. Weiss, H.: Kranker Darm-Krankere Koerper-Die bedeutung der Verdaungsorgane fuer unsere Gesundheit“, Haug-Verlag, 1988;
  4. Maturana H., Varela F.: “L’albero della conoscenza”, Garzanti, 1987;
  5. Watzlawick P. et alii: “Change”, Astrolabio, 1974
  6. Watzlawick P. et alii: “Pragmatica della comunicazione umana”, Astrolabio, 1967
  7. Watzlawick P.: “La realtà della realtà”, Astrolabio, 1976
  8. Weiss T.: “Osservazioni di carattere sintemico sui rapporti tra nutrizione e stati d’animo” Medicina e Odontoiatria Naturale, giugno 1990.

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