L’intossicazione da amalgama e da altri materiali odontoiatrici: diagnosi e terapia con l’EAVI ed il MORA.
Introduzione
L’odontoiatria accademica e quella ad indirizzo biologico (2, 3, 4, 5, 6) hanno opinioni diametralmente opposte riguardo la possibile tossicità sull’organismo umano delle amalgame e di altre leghe che vengono comunemente usate dall’odontoiatra.
Le differenze derivano anche dal fatto che le premesse teoriche e metodologiche delle due Scuole sono diverse .
La prima infatti cerca essenzialmente di identificare le cause delle malattie studiando grandi gruppi di popolazioni possibilmente omogenee per la maggior parte dei parametri, tranne per quelli che debbono essere studiati; quindi, attraverso l’elaborazione dei risultati cerca di arrivare alla significatività statistica e ad una conclusione logica.
La seconda invece è più attenta all’individualità biologica e biochimica: studia quindi più in dettaglio la storia ed il decorso di ciascun caso clinico. Inoltre ritiene che, anche se molti individui non presentano danni apparenti dall’esposizione ad una certa sostanza, ciò non esclude che un piccolo gruppo, pur non raggiungendo la significatività statistica, non possa riceverne dei danni perché composto da pazienti più deboli, più anziani o con scarse difese.
Inoltre l’Odontoiatria biologica ritiene che una stessa noxa può provocare disturbi diversi in individui diversi; infine che un certo sintomo o malattia può essere il risultato, non di una sola causa, ma di una somma di fattori squilibranti che provocano sintomi evidenti solo se agiscono insieme.